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SE NON FA MALE, E’ BUONO. Ortoressia e altre fissazioni alimentari.

Ortoressia

Trattamento e Soluzione in Ottica Strategica

 

Per gli ossessionati non c’è scelta:

l’ossessione ha scelto per loro prima di loro

Emil Cioran

INTRODUZIONE

Il Modello Breve Strategico, a differenza  diquanto sostenuto da alcuni studiosi di disordini alimentari, individua alcune forme di disagio nei confronti del cibo non come riconducibili ai classici Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), ma come riconducibili allo spettro dei disturbi fobiciossessivi; poiché alla base di questi disturbi vi è la “paura” non il “piacere” (come nei DCA). Queste ossessioni-fobiche sono alimentate dalla credenza per la quale, la consumazione di un certo tipo di cibo possa essere portatore di malattie o eventi catastrofici. La più nota di queste ossessioni è l’Ortoressia.

DEFINIZIONE

CN8F57 Healthy foods pegged to a washing line

Il termine Ortoressia deriva dal greco Orthos (giusto) e Orexis (appetito) e indica l’ossessione psicologica per il mangiare “sano”. Il problema si basa sull’illusione che tutta la salute dell’essere umano passi esclusivamente attraverso il “cibo”. Viene rifiutato tutto ciò che non è ritenuto per la persona cibo sano, e disprezzati coloro che non adottano il medesimo stile alimentare.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE

L’errore che viene condotto molto spesso è quello di collegare questa forma di disturbo a una forma Anoressoide di disordine alimentare, ma in realtà ciò che spinge queste persone a un comportamento così ossessivo non è la paura di ingrassare o il desiderio di dimagrire, come nel caso dell’anoressia ma soltanto la paura degli effetti di certe sostanze.

DESCRIZIONE DEL PROBLEMA

La persona perdere di vista l’importanza dello stato d’animo globale, caratterizzato dal forte stress e angoscia dovuta all’esecuzione fedele dei rituali. Gli effetti dello stress, interferiscono significativamente nella sfera Bio-Psico-Sociale della persona. Non a caso, le ricadute del disturbo si ripercuotono nella vita emotiva e relazionale dell’individuo, non solo nella relazione tra sé e sé ma anche tra sé e gli altri. Infatti, è frequente il rifiuto/difficoltà nell’ uscire di casa per consumare un pasto insieme ad amici e/o parenti, per le ingenti difficolta dovute al controllo nella preparazione dei pasti. Questo chiaramente porta alla perdita del piacere della socialità legata alla consumazione del cibo.

Le convinzioni alimentari sono talmente rigide che risulta impossibile metterle in discussione; infatti, si evita perfino il confronto con gli “esperti del settore”, poiché si crede di avere le corrette informazioni alimentari, nella maggior parte dei casi parziali e/o imprecise.  Questa ossessione sul cibo porta con se la perdita del piacere nella selezione, preparazione e consumazione degli alimenti.

FUNZIONAMENTO PROBLEMA

Questo tipo di ossessione fobica è caratterizzata dalla/dal:

  • Ruminazione ossessiva sul cibo (durante tutto il giorno);
  • Pianificazione dei pasti in anticipo (preparazione, consumazione, etc.);
  • Impiegare parecchio tempo nella ricerca e acquisto di cibo;
  • Preparare cibo secondo procedure particolari (seguire solo certi tipi di cotture, utilizzare solo certi tipi di pentole).

Evitare di mettere in atto scrupolosamente i seguenti rituali provoca ansia e angoscia con ricadute psicosomatiche importanti, sulle persone con questo problema.

ALTRE FISSAZIONI ALIMENTARI

La lista delle fissazioni fobiche legate al cibo è pressoché illimitata, poiché come afferma Giorgio Nardone (Nardone G., 2000, Nardone G., 2003, Nardone G.,Portelli C., 2013) le fobie sono tante quanto una mente umana ne può inventare. Possiamo avere tanti tipi di fobie/ossessioni legate al cibo:

  • Fobia dei cibi troppo duri, e/o con filamenti (mozzarella, etc.) che implica paura di non riuscire a deglutirli per paura di strozzarsi;
  • Fobia dei cibi troppo elaborati e pesanti che possono produrre gravi problemi intestinali;
  • Fobia dei cibi contaminati da sostanze chimiche, e/o cibi transgenici;
  • Fobia per alcuni cibi e utilizzo solo dei cibi ritenuti utili per la prevenzione nei confronti di malattie minacciose come il cancro, l’infarto, etc;
  • Ossessione per la sterilizzazione dei cibi per paura del contagio.

TENTATE SOLUZIONI

Individuali:

  • Rituali (spezzettare i cibi, triturarli in bocca, etc.),
  • Evitamento dei cibi ritenuti minacciosi,
  • Controllo delle circostanze legate alla selezione, preparazione, consumazione.

INTERVENTO STRATEGICO

Questa classe di problemi si risolve rapidamente con il protocollo messo appunto per il problemi fobici-ossessivi. Dall’analisi della Ricerca-Intervento si evince che una volta sbloccata, attraverso specifiche metodiche, la fissazione fobica il problema nei confronti del cibo si dissolve velocemente.

L’obiettivo dell’intervento è quello di far cortocircuitare la credenza alla base del problema su se stessa con specifiche tecniche. Quindi, una volta minata la credenza attraverso l’uso dell’Esperienza Emozionale Correttiva [1] e, cioè si porta la persona a sentire [2]  differentemente sul campo che quello che si teme risulta infondato, poiché parte del disturbo. Si procede quindi riorientando la percezione della persona ristrutturando l’idea che ogni evitamento conferma la minacciosità della credenza rendendo reale ciò che spaventa.

In quest’ottica, la persona arriva a costruire il proprio problema diventando sia il burattino che il burattinaio dei suoi stessi problemi. Inoltre, vi è la constatazione che il controllo che la persona crede di avere sulla realtà che lo circonda, è assente. Infatti, l’unico modo di ottenere il controllo è essere disposti a perderlo, per poi riprenderlo. Da quest’analisi emerge che le ossessioni fobiche rappresentano con limpidezza che anche la cosa più ragionevole, nei suoi eccessi, diviene pericolosa quanto l’irragionevole.

Concludo con le parole di Nietzsche: “tutto ciò che è assoluto appartiene alla patologia”.

NOTE

[1] L’EEC (costrutto coniato da Alexander) rappresenta una nuova concreta esperienza attraverso la quale il paziente riesce a svolgere qualcosa precedentemente impossibile. Questa nuova esperienza permette alla persona di modificare il suo SPR, dandole la possibilità di vedere quella realtà da più punti di vista, e inducendolo ad un cambiamento dell’elaborazione cognitiva di tale realtà (cambiamento di 2° ordine). Infatti, è solo grazie ad esperienze realmente vissute che si strutturano nuovi apprendimenti (Piaget). Tutto questo avviene attraverso un processo di scoperta che egli pensa di aver guidato in prima persona e questo permette anche di ridurre le resistenza perché come dice Pascal chi si persuade da solo si persuade prima e meglio.

[2] Differente cosa risulta la spiegazione razionale: il far capire, inefficace in questi casi; approccio tipico degli approcci razionalisti.

BIBLIOGRAFIA

Nardone G. (1995). Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi.

Nardone G. (1998). Psicosoluzioni. Risolvere rapidamente complicati problemi umani. Collana Psicologia e Società. Bur Rizzoli Editore.

Nardone G. (2000). Oltre i limiti della paura. Superare rapidamente le fobie le ossessioni e il panico. Bur Rizzoli Editore.

Nardone G. (2003). Non c’è notte che non veda giorno. La terapia in tempi brevi per gli attacchi di panico. Ponte delle Grazie srl Milano Editore.

Nardone G (2003) Al di la dell’amore e dell’odio per il cibo. Guarire rapidamente dalle

  patologie alimentari.

Nardone G. (2013). Psicotrappole. Ponte delle Grazie Editore.

Nardone G., Portelli C. (2013) Ossessioni Compulsioni Manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi.

 
Autrice: Dott.ssa Francesca Troiano

Psicologa-Specialista in Psicoterapia Breve Strategica